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Nessuno Resti Fuori nasce dall’esigenza di raccontare la città, le trasformazioni a cui si va incontro.

È un festival di teatro, che vuole andare oltre la dimensione puramente artistica e coinvolgere la città, i suoi abitanti e quanti si interrogano sul suo divenire, in una riflessione collettiva che possa animarne i luoghi.

L’obiettivo è di avvicinare al linguaggio teatrale tutti, coinvolgendo attivamente i cittadini nell’ideazione e realizzazione del processo artistico, intendendo per cittadini le persone che vivono la città e contribuiscono alle sue trasformazioni, siano essi stanziali, migranti, temporanei.

Ogni anno, un quartiere diverso diventa il centro, il campo dell’azione performativa, cucendo relazioni tra le persone che hanno sempre abitato la città e i nuovi abitanti.

L’utopia che ci proponiamo, è quella di coinvolgere tutti, non lasciando nessuno fuori, facendo in modo che ognuno possa trovare il proprio spazio.

Matera è uno spiraglio che si apre in una situazione di sgomento culturale in cui la ricerca di modelli sostenibili si fa sempre più necessaria. Vogliamo vedere cosa c’è al di là, gettare uno sguardo oltre, fare una prova di futuro.

LA CITTA’ AL LIMITE

 

Il limite, inteso come separazione fisica e materiale ma anche come separazione non visibile, sarà il fuoco centrale della III edizione del festival.

Il tema del limite è per noi legato a questioni quali la diversità, la divisione, la costruzione di barriere, l’esercizio del potere, ma anche l’accessibilità, l’inclusione, la partecipazione, l’abbattimento e il superamento di confini.

Viviamo da una parte una dimensione iperconnessa, che mette in comunicazione luoghi e persone distanti, allo stesso tempo sempre più la realtà sociale ci pone di fronte a separazioni e disuguaglianze.

Matera è un luogo di confine, a Sud dell’Italia, a ridosso della fascia mediterranea e prossima ai grossi centri di interesse europeo. Da qui si vedono le rive su cui approdano i migranti e le nuove frontiere che si alzano sulle Alpi; le aree a rischio di spopolamento e marginalità e le città dalla forte ambizione di contemporaneità.

Indagheremo il limite, il confine, la soglia per raccontare con le voci e i corpi, le storie di migranti, cittadini, artisti e turisti e per creare una partecipazione che possa superare questa situazione distopica, costruendo l’utopia di una città, una comunità, un’Europa e un Mediterraneo uniti. Matera sarà la Capitale Europea della Cultura nel 2019. E’ una sfida epocale perché la Città si propone come modello europeo di sviluppo di nuovi modi di abitare i territori. I concetti su cui è stata costruita la candidatura sono stati quelli del vivere lento, della frugalità e della resilienza. Il rischio è che restino slogan a cui non seguono azioni concrete. Il modello delle Capitali Europee ha mostrato negli ultimi anni tutti i suoi limiti: uno strumento per alimentare nuove forme di economia dello sfruttamento del territorio attraverso il turismo, speculazioni edilizie a danno dei cittadini, impoverimento imprenditoriale delle organizzazioni locali. Partendo dalle esperienze e dagli errori delle altre Capitali, immaginiamo di attivare nuovi modi di guardare e di vivere la nostra città. costruendo un’interazione organica e partecipativa che collega le persone, l’arte e il territorio con il conseguimento principale della promozione dei legami sociali.

I LUOGHI DEL FESTIVAL

Nessuno Resti Fuori mette in relazione la dimensione artistica con i luoghi di vita quotidiana. Abbiamo idealmente diviso Matera in due macro zone di attivazione: i Sassi ed i Quartieri storici: I Sassi, con la loro storia di vergogna, svuotamento, e oggi riqualificazione si pongono come simbolo di un modello di vita fatto di sostenibilità, legami sociali e città a misura d’uomo.
I Quartieri storici sono quelle zone a ridosso del Centro, che hanno accolto gli abitanti dei Sassi e che per densità abitativa e forma urbana sono in realtà il luogo in cui si vive, laddove in un certo senso quei modelli di vita di sostenibilità e socialità hanno continuato ad esistere modificandosi.

Vorremmo riportare proprio quest’area periferica, che al momento sembra tagliata fuori da un processo di attivazione culturale e cittadina, al centro di una lettura e di una narrazione della città.

Il Festival esplora ogni anno un quartiere diverso della città e differenti zone dei Sassi con l’obiettivo di creare connessioni tra diverse dimensioni della città un ponte immateriale, fatto di narrazioni raccolte e narrazioni costruite, di rimandi e dialoghi culturali quanto più possibile includente.

Quest’anno, alla III edizione, il Festival si svolgerà nel quartiere di Agna, zona della città interessata molto marginalmente dagli eventi socio culturali.

Nato negli anni ’50 come borgo rurale dell’estrema periferia sud della città e poi sviluppatosi alla fine degli anni 90, il quartiere è sul limite tra la città e la Murgia e vive una situazione da periferia pur trovandosi quasi a ridosso del centro storico.

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